Biografia

Cromie di una vita

Questa mostra viene realizzata a quarant’anni dalla mia prima personale, e a mezzo secolo esatto dal mio primo quadro ad olio. Avevo sedici anni. Sono nato a Tricesimo dove vivo tutt’ora nell’atelier-abitazione in via Kennedy, al n. 111. Da autodidatta, libero, preferivo i paesaggi friulani: quelli immersi nella nebbia autunnale. A questa mia terra, amata e materna, mi sono dedicato con numerosissime opere. Successivamente mi sono applicato al ritratto e alla figura, soprattutto all’espressività del nudo. Un giorno di quasi trent’anni fa venni fortemente invogliato e poi indirizzato, dal maestro incisore Giovanni Martini da Padova, ad esprimermi con l’incisione calcografica a maniera nera, particolarmente adatta a rappresentare il corpo umano e nature morte.
Successivamente ho frequentato la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia, dove ho sperimentato e approfondito le tecniche incisorie di base. In quella stagione della mia vita, ho fatto parte del gruppo Incisori Veneti, collaborando a mostre collettive di settore.
Durò poco, poiché il mio spirito ribelle mi faceva trasgredire sistematicamente le regole canoniche che mi avevano insegnato, e che erano state tramandate (e imposte!) storicamente dalle scuole di incisione. Era inconcepibile per me non immaginare deviazioni tecniche che andassero oltre il rigore delle vibrazioni bianco/nero. Mi sentivo creativo, e ho voluto liberamente spingere il pensiero oltre quei limiti, usando tutte le vibrazioni che mi mette a disposizione questo Universo così meraviglioso e così… colorato. Attualmente utilizzo tutte le tecniche incisorie, usandole liberamente.
Talvolta le sposo assieme, sperimentando e trovando molteplici e svariate soluzioni, che meglio rendano i soggetti scelti dalla suggestione ispirativa, al momento, matura. Negli ultimi lavori prediligo l’acquatinta, con l’uso di più lastre matrici in acciaio: fino a cinque per un foglio. Pertanto le incisioni che realizzo con inchiostri a colori da stampa (sia a base acquosa che a base oleosa), risultano necessariamente dei MONOTIPI, ovvero pezzi unici, al massimo dei “retouschè”, pur nell’ambito della stessa edizione calcografica. Ho così imparato, con passione, anche l’arte dello stampatore calcografico. Ho allestito una personale “stamperia d’arte”, in modo che le mie incisioni non abbiano bisogno di intermediari tecnici, come succede agli artisti che si devono rivolgere a stampatori esterni. Al mio attivo ho una cinquantina di mostre personali in Friuli, in Italia, in Europa. E molte collettive. Mi ritengo: ritrattista, vedutista, naturalista estatico… Ultimamente: …mistico. Mi realizzo, comunque, come pittore realista. Una volta preciso fino allo scrupolo e iperrealista per gioco, il mio FIGURATIVO ora tende ad una dimensione trascendente, per rendere la spiritualità della qualità sensoriale. Tratto la forma per trasparenze sottili tramite velature e sfumature come di pastello, favorendo il misterioso intreccio di finito-infinito, di vedo e non-vedo. Mi piace chiamarlo effetto Turner. Le mie ultime incisioni rappresentano paesaggi che si dissolvono nella dilatazione del tempo, della luce e delle ombre, evolvendo l’immagine in un orizzonte che non incontra i confini.
Continue variazioni di luce e trasparenze cromatiche rendono impercettibile l’essenza della materia, confermando il continuo divenire, l’espandersi del Bello, che ricerco da sempre con caparbietà inesauribile.
Dalle ultime incisioni emerge il mio spirito libero, che spontaneamente si volge all’Ineffabile, verso immagini di potenza cosmica, colte dal mondo concreto e poi sognate nell’anima, nel sé più profondo e collettivo.
E solo ad un occhio distratto e superficiale esse possono sembrare unicamente dei paesaggi, piuttosto che stati d’animo o espressioni di dimensioni parallele. O, forse, preghiere, che indirizzo all’UNO, alla SORGENTE come infinito ringraziamento per questo mio privilegio. Incido e dipingo. Sono incisore e pittore. Concepisco le mie incisioni come fossero pitture. Pertanto le stampe che ne derivano assomigliano più a dei dipinti , piuttosto che ad incisioni intese nell’accezione classica. Troppo libero? Da tempo non pratico le categorie solite dei generi pittorici. Non più solo incisioni, non più solo acquerelli, non più solo oli o pastelli, di che si tratta allora? Altri trovino pure una qualche definizione, poichè io ho rinunciato ai preconcetti, per smettere di scontrarmi con i pregiudizi, quindi mi permetto il lusso di rimanere un
… LIBERO AUTENTICO CONCREATORE

settembre 2014

Riccardo Giovanni Patriarca

 

La ricerca del mio fare arte oggi

Come creatore di opere d’arte, in quest’ultimo periodo, lavoro sovrapponendo tecniche espressive diverse.

All’inizio, negli anni 70 quando cominciai a dipingere, usavo esclusivamente i colori ad olio o tempera, su supporti classici di tela o tavola.

Negli anni 90 mi sono impegnato a praticare l’incisione  e la relativa stampa calcografica; in seguito sono passato alla tempera grassa, al pastello secco e poi all’encausto.

Il mio linguaggio e la forma di espressione recente non riguardano più l’omogeneità tecnica, lo specifico, bensì sono il frutto di relazioni tra le diverse tecniche o i diversi modi di comunicare. Ogni mia opera interagisce inevitabilmente con molteplici linguaggi.

La figura storica dell’incisore ora usa ed impiega, a seconda di ciò che vuol esprimere, svariate tecniche e materiali.

L’incisione stampata diventa un soggetto che partecipa alla stesura di un progetto di comunicazione inteso in senso molto più vasto e nuovo rispetto al passato (incisioni monocromatiche in B/N).

Mi piace definirmi un incisore “eretico” perchè non ho seguito il percorso abituale di una persona che si voleva accostare all’incisione calcografica.

In poco tempo le mie incisioni sono diventate da mono lastra a lastre multiple, dapprima due lastre, poi tre, arrivando anche a cinque lastre, tutte poi stampate a registro ossia una dopo l’altra, perfettamente sovrapposte e corrispondenti, dando così risultati pittorici, dato che vengono usati inchiostri colorati.

Tra l’incisione stampata a colori ed il dipinto, il passo è breve, inesistente direi.

E se sull’incisione quasi dipinto, si interviene ulteriormente con pastelli  morbidi  o colori ad olio, il risultato è proprio un dipinto (a tutti gli effetti sopra una incisione), un pezzo unico, una nuova esperienza estetica.

Questo è quello che sto facendo adesso.

Mi è sembrato sbagliato che un pittore potesse fare solo il pittore, e così un incisore dovesse fare solo l’incisore.

Ho pensato al raggruppamento di queste figure, elaborando in qualche modo una nuova estetica e facendo nascere così una figura professionale nuova per una ricerca combinata. In tal modo offrire risposte nuove in termini di immagini può creare un marchio personale, un lavoro sottile, quasi alchemico, cercando l’equilibrio tra  questa dualità, tra la pittura e l’incisione. Ho cercato di relazionarmi con il mondo in una maniera più elastica, non schematica, non solo pittura, non solo incisione, non solo pastello, ma tutti assieme, senza regole fisse.

Credo che questa forma di elasticità sia necessaria per avere accesso alle forme espressive in maniera innovativa.

Per me è un nuovo linguaggio che offre la prospettiva di un rapporto meno stanco con la realtà artistica.

I miei lavori sono testimonianza delle immagini che intorno a me mi hanno emozionato e soprattutto reinvenzione di quelle immagini.

I fiori, in quanto pura bellezza, sono stati un soggetto di ricerca ed ispirazione.

In questi ultimi anni, la mia narrazione per immagini, sintesi di più tecniche calcografiche e pittoriche mescolate, ha riguardato il paesaggio del territorio friulano e il suo habitat nel suo insieme.

E così continuerò a pensare per immagini…